A quale numero siamo arrivati, oggi 14 giugno 2022? A circa 40 femminicidi dal primo gennaio. Le statistiche del Viminale non sono state amcora aggiornate, tuttavia ANSA in un articolo del 4 giugno ne ha contati 38 https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2022/06/08/trentotto-femminicidi-nel-2022-quasi-uno-ogni-4-giorni_58def58b-b58a-4759-b8a6-e32d1b147642.html)
Cifra alla quale si vanno ad aggiungere Gabriela Trandafir e sua figlia Renata, uccise dal compagno della prima, Salvatore Montefusco, perché, stando alle testimonianze e ai timori espressi da Renata alle amiche, non voleva accettare la separazione. I femminicidi sono avvenuti ieri in provincia di Modena.
Continuare a parlare di raptus oppure di crisi di gelosia, come purtroppo continuano a fare alcuni media, soprattutto nei titoli, equivale a voler fornire una giustificazione e, apparentemente, anche una motivazione a questi crimini. Non si tratta di gelosia, né di stato di alterazione, né di ubriachezza o di altro: sono delitti del patriarcato, agiti per rancore, per odio, per dimostrare di essere maschi, ergo di poter decidere del destino degli altri, tanto più delle “proprie” donne.
E il Codice Rosso? Il Codice c’é e viene applicato. Ma se il pericolo non viene inquadrato a monte, quando le donne vanno a denunciare, le nuove leggi possono fare ben poco. Non è la certezza della pena a scoraggiare il femminicida: sa che, bene o male, potrà avere degli sconti di pena o altre misure tali da rendergli il soggiorno in carcere meno lungo. Quello che è lo strumento principale è l’azione delle famiglie e della scuola, l’educazione, l’esempio. Le donne lo stanno ripetendo da anni: se non si cambia la mentalità, nulla cambia.
Non illudiamoci che la lista finirà qui. Ce ne saranno altre, e presto, in dejà vu dolorosissimo, in un’infernale ripetizione che solo un intervento culturale serio e forte può, a mio avviso, fermare.
(14 giugno 2022)
©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata