Come in una novella pirandelliana Audry Ubeda, che ha denunciato il marito per stupro e violenze, ha visto archiviare il procedimento dalla pm della Procura di Benevento, che ha motivato la sua decisione così: “Gli atti sono ritenuti normali per vincere quel minimo di resistenza [sic] che ogni donna, nel corso di una relazione stabile e duratura, tende a esercitare quando un marito tenta un approccio sessuale”.
Non esiste spiegazione a una simile decisione, e saranno solo i documenti presentati al ricorso dall’avvocato Michele Sarno, che assiste Ubeda, a poter fare la differenza e cercare di ottenere una condanna, tanto più che la donna ha denunciato anche minacce alla sua vita e ora si trova, assieme ai figli, in una casa rifugio per donne vittime di violenze.
Il tema dello stupro nell’ambito del matrimonio è un aspetto ancora sommerso della violenza di genere. Purtroppo, si tratta di qualcosa di molto antico e sottaciuto del quale poco si parla, forse perché intere generazioni di donne lo hanno subito e ancora continuano a subirlo, in nome di una presunta pace familiare. Forse la pm ha voluto trovare il modo di sollevare il caso attraverso l’indignazione pubblica, per cercare di arrivare a una normativa?
L’unica certezza è che Ubeda dovrà ancora lottare, sperando che questa volta possa trovare un giudice più umano e soprattutto dalla parte delle donne abusate, cosa che, evidentemente, non ha trovato nella pm incaricata del suo caso.
(22 dicembre 2021)
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