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La Giornata della Memoria ricada su tutte le “memorie dimenticate”

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Nel giorno dedicato alla Memoria dell’Olocausto, quando il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa entrò ad Auschwitz liberando il campo di concentramento, e iniziando il lungo e ancora attuale processo di testimonianza sui crimini nazisti, è bene ricordare uno scritto di Martin Niermoller: “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era  rimasto nessuno a protestare”.

La Memoria non è dovuta solo agli ebrei, le stelle gialle dei lager, ma anche alle stelle marroni, i Rom; alle stelle viola, i Testimoni di Geova; alle stelle nere, gli asociali, i pazzi e le lesbiche; alla stella rosa, dedicata agli omosessuali maschi; alle stelle rosse, gli oppositori e i prigionieri politici; alle stelle blu, gli emigranti; alle stelle verdi, i delinquenti comuni.

Ma quanto sappiamo da loro e di loro? I rom sterminati furono mezzo milione. I Testimoni di Geova furono 2 mila e cinquecento, e i malati di mente uccisi furono 200 mila. Non esistono dati certi per nessuna di queste categorie, però quello che sappiamo è che l’accanimento ci fu sui deboli, i diversi, i dissidenti, su coloro che minacciavano la struttura della società tedesca del tempo. Di queste vittime si parla, ma non quanto sarebbe giusto fare nel giorno della Memoria.

Cosa ci ha insegnato la Storia, dopo i campi di concentramento? Ad indignarci, certo, anche se l’uomo comune continua  a giudicare e isolare chi si discosta dal sentiero che lui percepisce “normale”. Quindi, per lo meno in Italia, i gay sono tollerati ma non troppo – vedi i problemi sul DDL Zan; se ai rom viene concessa una casa popolare arrivano le raccolte firme per cacciarli via; coloro che criticano certa politica vengono zittiti con articoli scritti ad hoc sui quotidiani o magari con riprese nascoste; degli emigranti ce ne infischiamo e se ne infischia tutta l’Europa, e così quelli che affogano nel gelo del Mediterraneo – è notizia recente -, non ci interessano, anzi ci diciamo “potevano starsene a casa loro”.

Esiste una soluzione? Si, esiste e si chiama conoscenza e cultura. Se ci fermassimo a celebrare il giorno della Memoria solo per l’Olocausto, sarebbe come leggere un solo capitolo di un libro e affermare che lo abbiamo letto tutto. Ogni vittima, ogni stella, di qualsiasi colore essa fosse, merita il dovuto rispetto, cerchiamo di non dimenticarcelo, perché la perdita di questa memoria si vedrà nella vita sociale e politica di questo nostro Paese.

 

(27 gennaio 2022)

©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 

 

 

 



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